Come sostiene Lynda Gratton nel suo libro "Ridisegnare il lavoro", stiamo entrando nell'era dell'intenzionalità, dove è importante, sia per gli individui che per le aziende riflettere scientemente da dove, come e quando sia meglio lavorare per valorizzare al massimo il proprio contributo. In particolare, per chi non ha ancora acquisito la cultura aziendale, magari perché... Continue Reading →
Confini, work washing e poesia: appunti da una serata ibrida
Courtesy of Roberta Suardi. Perché tante aziende stanno tornando indietro e chiedendo alle persone di rientrare full time in presenza? Perché lavorare da casa può essere così bello e allo stesso tempo così faticoso? Il futuro del lavoro riguarda solo una nicchia di imprese di grandissime dimensioni? Quanto c’è di vero e quanta fuffa invece... Continue Reading →
Sottolineature – Ho scritto questo libro invece di divorziare
Premessa. Ho letto l'ultimo libro di Annalisa Monfreda in questo weekend, e ho fatto tre tipi di sottolineature. Una, classica, con le cose che mi avevano più colpito a livello personale. Una, professionale, con le riflessioni che più mi hanno colpito rispetto al mondo del lavoro, che troverete riportate qui sotto. Una, con punti esclamativi... Continue Reading →
Sottolineature – La Valle Oscura
Due anni fa Anna Wiener pubblica un memoir sulla sua esperienza umana e professionale in Silicon Valley. Una valle “uncanny” nel titolo originale, misteriosa è sconcertante, che diventa “oscura” nella traduzione di Adelphi. È in effetti un percorso dantesco quello che fa la protagonista, passando da una start up tecnologica all’altra. Girone dopo girone, svela... Continue Reading →
Non sono felice sul lavoro, e faccio saltare il banco
Se è vero che il #BigQuit, l’abbandono del proprio posto di lavoro, è un fenomeno su larghissima scala in Nord America, segnali evidenti di inquietudine sono sempre più presenti anche da noi. Il turnover altissimo dei talenti è il problema numero 1 che stanno affrontando le direzioni Risorse Umane di ogni tipo di azienda nel... Continue Reading →
Sottolineature – Ibridomania
“Quando lavoriamo siamo chiamati a vivere, e quando viviamo siamo chiamati a lavorare. Ciò che resta è un’abitudine rassegnata ad affrontare giornate spezzettate, in una condizione di continua reperibilità, in cui è difficile tanto garantire produttività al lavoro quanto dedicare la cura necessaria a ciò a cui diamo importanza nelle nostre vite. È una questione... Continue Reading →
1 maggio, da dove si festeggiano i lavoratori?
Sono mesi di grande complessità per le organizzazioni. Alle prese con l’ennesimo nuovo scenario pandemico e normativo, impossibilitate a dare una soluzione certa e univoca al come lavoreremo domani (e stavolta il domani è letterale). Il regime semplificato sullo Smart Working è stato prorogato in via transitoria ancora una volta fino all’estate e come giustamente... Continue Reading →
Dietro le quinte de “El futuro del trabajo es feminino”
Un anno fa esatto pubblicavo incredula due novità rispetto al mio libro "Il futuro del lavoro è femmina". La prima è che era disponibile anche su Storytel in versione audio: non ne sapevo nulla, è stata una sorpresa bellissima di inizio anno. Quello che invece avevo saputo da poco era che erano stati acquisiti i... Continue Reading →
Lynda Gratton: 10 appunti per il futuro del lavoro
Lynda Gratton è professoressa alla London Business School ed è tra una della massime autorità a livello globale quando si parla di futuro del lavoro. Lynda Gratton ha cambiato la mia vita. Mi fa accendere delle scintille che una volta che entrate non escono più dalla testa. L'ha fatto per la prima volta 10 anni... Continue Reading →
Personal Branding a 2 dimensioni
La scorsa settimana abbiamo presentato il nuovo libro di Luigi Centenaro, Digital YOU, di cui è coautore assieme a William Arruda. William Arruda è un’autorità nell’ambito del personal branding. Si può dire che è una disciplina che si è praticamente inventato lui, venti anni fa, e tuttora ha delle intuizioni interessanti a proposito della gestione... Continue Reading →