
Oggi festeggio l’uscita del mio nuovo libro per Bompiani, “Basta lavorare così”.
Un libro che racconta che non è normale star male per lavoro o lavorare male, eppure è la normalità. Un testo che prende in esame le sempre più frequenti oscillazioni e sconfinamenti fra vita e lavoro e che invita persone e aziende a farsi più di qualche domanda.
Ma un libro non è mai opera solo di chi lo scrive. Nel mio caso, è il frutto di anni di conversazioni e riflessioni sul mondo di lavoro, con migliaia di persone. Colgo l’occasione di queste righe per ringraziarle.
Sono grata a chi mi ha dato e mi dà fiducia, confidandomi gioie e dolori della propria esperienza col lavoro e con le aziende. È grazie alle vostre testimonianze se ho potuto interrogarmi, riflettere, mettermi in discussione e infine fare un inventario di tutto ciò che non va, e provare a trovare delle alternative.
Grazie alle persone con cui ho lavorato fin dall’inizio della mia carriera, per avermi sempre permesso di sperimentare e per continuare a darmi modo di imparare ogni volta qualcosa di nuovo. Ho sempre avuto – e tuttora ho – il privilegio di essermi potuta confrontare ogni giorno con professionisti stimolanti, con punti di vista differenti, pronti a offrirmi di continuo idee e spunti intelligenti, da jobpilot fino a EY, passando per Monster e The Adecco Group.
Grazie alla casa editrice Bompiani, a Giulia Ichino e Andrea Tramontana, e a Martina Moretti per avermi spronato a uscire dai miei schemi e a Silvia Rossetti per avermi supportata sul piano redazionale.
Grazie a mio marito Alberto per non aver abbassato di un centimetro l’asticella fino all’ultima stesura. È stato un esercizio sfiancante, ma anche generativo, e in maniera potente.
Grazie a mio figlio Pietro, il mio ago della bilancia nel trovare il mio personale punto di equilibrio vita-lavoro, nell’attraversare assieme ogni giorno confini che non sapevo nemmeno esistessero.
Grazie a tutte le persone esperte e che stimo per i confronti che abbiamo avuto sugli snodi per me più complessi di questo libro: fra tutti, mi limito a menzionare Pietro Ichino, Biancamaria Cavallini, Dario Di Vico, Chiara Bisconti, Marco Bentivogli, ma sono molti ma molti di più.
Grazie, infine, alle mie amicizie dell’età adulta, a quelle che resistono dal liceo e dall’università e a quelle acquisite negli ultimi anni. Sappiate che sono felice di farvi da sponda quando le cose sul lavoro non vanno come dovrebbero andare: ogni volta torno arricchita dai nostri scambi. Se vi riconoscete in alcune storie o in alcuni episodi che racconto, è perché siete voi.
#bastalavorarecosì
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Potete già ordinare “Basta lavorare così” su Amazon e negli store online o acquistarlo in libreria (se non lo vedete a scaffale chiedete al libraio e fateglielo prenotare 😊).






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