Ieri al Next Festival di Wired Italia l’astronauta Paolo Nespoli ha detto due cose che mi hanno colpito.

La prima è che chi condivide obiettivi ambiziosi (che si tratti di un team spaziale o di un’organizzazione) può dare il meglio se unisce cooperazione a competizione. “Coopetere, questa è la sfida”.
Sfida resa ancora più complessa quando chi guida la squadra è personalità forte e poco disponibile alla fiducia e delega.
“Dopo la conquista della Luna si sarebbe potuto, forse, pensare di arrivare persino su Marte, se Usa e Russia avessero collaborato, pur mantenendo un certo livello di tensione reciproca. Ma i rispettivi capi missione spaziali non erano tipi da coopetizione, e l’impresa da difficile divenne irrealizzabile”.
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