Sapete come si dice “Ciao!” in Zulu? Si dice “Sawubona”, che letteralmente significa “Ti vedo”. Non si ferma quindi all’aspetto formale tipico dei saluti, ma riconosce l’importanza di riconoscere il valore e la dignità di ciascuna singola persona, nella sua complessità, in quel momento.
E sapete come si risponde a “Sawubona”? Con l’espressione “Shiboka”, che letteralmente significa “Io esisto per te”. Un principio di reciprocità molto marcato, che ci ricorda quanto sia importante, nella vita e nel lavoro, sentirsi visti e ascoltati.
Ho imparato questo aneddoto mentre mi preparavo per andare a Copenhagen per facilitare uno degli eventi più importanti dell’employee experience di EY, ovvero la milestone celebrativa che segna il passaggio al ruolo di manager o di assistant director. In questa 3 giorni di formazione e networking 150 facilitatori hanno incontrato più di 1.650 colleghe e colleghi provenienti da tutta Europa e dall’Africa. Altrettanti sono stati coinvolti nella seconda metà della settimana, sempre nella capitale danese. E migliaia ancora in tutto il mondo stanno vivendo questa esperienza in questi giorni.

Era la prima volta per me: con la pandemia questi appuntamenti sono stati convertiti in digitale e non avevo mai avuto l’occasione di viverli dal vivo ma fin dal mio ingresso in azienda ne avevo sentito parlare in toni mitologici – e adesso capisco il perché. È stata la mia prima volta anche come facilitatrice. Al di là delle fatiche della preparazione (tutt’altro che aneddotica), non posso che essere grata per aver partecipato a un evento davvero incredibile. Per la qualità dei contenuti, per la professionalità dei giovani colleghi neo promossi, per il livello delle interazioni e degli scambi occorsi. Non ultimo, per la complessità della logistica di una iniziativa di questa portata. E per lo spazio al divertimento e al networking che è stato reso possibile.






Sono grata ai miei co-facilitatori Nina e Panos. Non solo per avermi aiutata a districarmi nella giungla del materiale formativo che dovevamo proporre a una classe di oltre 50 persone e decine di nazionalità con ritmi serratissimi. Ma anche per la leggerezza con cui abbiamo passato 3 giornate di lavoro intenso sempre col sorriso e la genuina voglia di aiutarci reciprocamente. Senza contare i momenti di festa in cui abbiamo dato il meglio di noi.

Un grande grazie va alla classe, che nonostante le levatacce ogni giorno si è presentata carica e desiderosa di imparare, di confrontarsi, di mettersi in discussione – per svariate ore di seguito. Anche loro, sempre con il genuino desiderio di prendere il meglio da questa esperienza, mettendoci del proprio. A conclusione del percorso ci siamo tutti sentiti visti e ascoltati, ed è stato un arricchimento umano prima ancora che professionale.
PS: Un ultimo grazie va al Team Learning che organizza le milestone per lo sforzo organizzativo IMMANE. Mi avete mentito spudoratamente sull’impegno da dedicare alla preparazione, ma davvero ne valeva la pena.
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