“Un mondo capovolto, cioè raddrizzato.” E’ quello che racconta Simone Sabattini in questo reportage dalla Svezia.
Al di là del messaggio generale e sorprendente su come si possa vivere il congedo di paternità, sono due a mio avviso i passaggi fondamentali, esemplificati da questi due virgolettati, raccontati da due padri al momento a tempo pieno.
«Nessuno mi ha dato problemi per il congedo, ci mancherebbe: in caso contrario avrei cambiato società, conosco il mio valore di mercato e sui figli non posso certo accettare condizioni»
Per dire che esistono mercati del lavoro (e professioni) in cui il potere negoziale è sbilanciato positivamente dal lato del lavoratore, specie in una fase particolare come quello della genitorialità. A chi va in congedo parentale nel Paese nordico lo Stato assicura l’80% dello stipendio, e molte aziende integrano la cifra.
Non fila sempre ovviamente tutto liscio nemmeno in Svezia. Sembra però esserci la consapevolezza che la carriera è un percorso almeno quarantennale, dove c’è spazio per alti e bassi. E soprattutto dove i progressi professionali possono arrivare anche in età avanzata.
«Se ho perso qualche chance al lavoro? Forse, ma ho ancora 30 anni davanti prima della pensione: il tempo che ho passato con i miei figli non me lo toglierà mai nessuno».
Leggetelo tutto, il reportage. Ne vale la pena: https://www.corriere.it/elezioni-europee/100giorni/svezia/.
PS: Le foto (tra cui quella che ho inserito qui) sono bellissime e il formato finalmente innovativo.
#FutureOfWorkIsNow
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