
Che il film “After work” mi fosse piaciuto moltissimo non ne ho fatto segreto con nessuno: https://silviazanella.com/2023/06/20/ho-visto-after-work-e-mi-e-piaciuto-moltissimo/ Sono andata anzi avanti per mesi, dopo la sua fugace apparizione al cinema – a consigliarlo a tutti.*
Qualche settimana fa ho avuto il privilegio di poter parlare con il regista Eric Gandini. Al quale ho fatto una domanda secca (fra le tante) rispetto al titolo che aveva scelto per il suo documentario: “After work”.

Mi ha spiegato che “dopolavoro” non è un’espressione che esiste in inglese. C’è in italiano (tipicamente, ferroviario), c’è in svedese (la sua seconda lingua).
“After work” – in inglese – va a identificare il tempo “dopo il lavoro”, non un’attività che si possa svolgere a fine giornata.

Parlando con lui ho potuto ancora più apprezzare a quante domande la sua opera ha provato a dare una risposta:
Cosa succede dopo il lavoro?
C’è qualcosa dopo il lavoro?
Come occuperemo il tempo del dopolavoro?

Faremo giardinaggio? O saranno i robot a rilassarsi in spiaggia al posto nostro?

*lo faccio anche adesso, lo potete guardare su Prime
** foto tratte dal festival Nobilita
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