Pendolare è anche un verbo

Nell’ultimo periodo, ciascuno di noi è chiamato a pendolare, a oscillare, fra più dimensioni (fisica e online) e luoghi di lavoro, improvvisando perpetuamente nuove identità mobili.

La parola “pendolare” col lavoro ibrido da sostantivo è diventata quindi un verbo: di fatto, è un sinonimo di oscillare continuamente non solo fra luoghi ma anche fra identità, ruoli e relazioni differenti.

Il pendolarismo “vecchia maniera” poteva essere un rituale che ci aiutava a separare psicologicamente la vita domestica dal lavoro: staccando dalle preoccupazioni personali al mattino e distaccandosi dalle preoccupazioni lavorative la sera.

Questa distanza psicologica è cruciale per il benessere, anche perché il passaggio dalle identità domestiche a quelle lavorative comporta un carico cognitivo. Un buffer tra le due può pertanto aiutare a realizzare questa transizione. Il problema è che questo buffer si riduce sempre più nell’esperienza quotidiana di ognuno.

La possibilità di far convivere diversi sé è un valore dall’immenso potenziale, non è detto che metterla a frutto sia privo di dazi. Superare la frontiera, pendolando di continuo, impone infatti un prezzo da pagare, anche se la dogana è metaforica.

bastalavorarecosi

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