
Qualche settimana fa ho partecipato con Marco Bentivogli, Eleonora Voltolina e altri al podcast di Radio 24 “Una cosa per volta” dedicato al “caso Renatino”.
Simone Spetia ha posto un quesito interessante: 20 anni fa ci saremmo scandalizzati ugualmente di una rappresentazione del lavoro 24/7 come avviene nello spot del Parmigiano Reggiano a firma di Genovese*?
Penso di no, soprattutto per un motivo generazionale. Persa ogni coscienza di classe condivisa (cosa già avvenuta alla mia, di generazione), oggi da parte dei ragazzi c’è però molta attenzione verso i diritti del singolo, attorno a cui si fa quadrato, pur virtualmente, ma in maniera molto compatta.
Certo, i flame online lasciano il tempo che trovano, e si esauriscono rapidamente sui social. Ma sta di fatto che una certa sensibilità (anche verso l’anello debole della catena, come potrebbe essere i Renatino in questione) sta crescendo a una velocità che certe campagne di sensibilizzazione o Pubblicità Progresso non si sognano nemmeno.
Si tratta di una movimentazione effimera, che non lascia strascichi? Non credo, viste le centinaia di migliaia di persone che ogni giorno fruiscono o creano questi contenuti. Possono portare a nuovi modelli di partecipazione, anche neo-sindacale? Non so immaginarli al momento, ma penso sia importante continuare a osservare e cercare di capire i linguaggi e le istanze dei più giovani, specie se portano a una considerazione più rispettosa dell’individuo e del lavoro.
Qui il link al podcast
Qui allo spot del Parmigiano Reggiano
*non entro nel merito dello spot di per sé, anche se da persona che si occupa di comunicazione nell’ambito del lavoro qualcosina da dire lo avrei. Certo è che una persona che fa un mestiere che richiede dedizione costante e che dà vita a un prodotto di tale straordinarietà qualche delicatezza in più l’avrebbe meritata.
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