Domande scomode

Lo scorso weekend si è svolto “Hey Man, un imprevisto festival maschile“. Non sono riuscita a partecipare ai loro tanti appuntamenti, ma mi hanno molto colpito le locandine con cui hanno allestito la Fabbrica del Vapore a Milano.

Cominciando dall’ultima, non posso che concordare: nel lavoro, l’unico orientamento che dovrebbe contare è quello verso il risultato. Ma per arrivarci davero, serve un’alleanza consapevole tra uomini e donne.

Partendo da ognuna delle immagini che sono state usate per promuovere la manifestazione, ciascuno di noi può farsi delle domande e contribuire a create le basi per questa alleanza:

“Sul lavoro l’unico orientamento che conta è verso l’obiettivo”
Ma chi ha davvero accesso a quell’obiettivo (e perché)?

“Gli uomini reggono meglio la pressione” ;”L’uomo al lavoro è nel suo habitat”
Come si possono creare spazi di lavoro in cui non ci si deve adattare a un sistema che non è stato minimamente pensato per una parte di chi lo abita?

“In maternità ci vanno le femmine”
Perché la cura è ancora vista come un dovere esclusivamente femminile? Perché c’è ancora uno stigma forte sui congedi di paternità?

“Fai carriera anche se sei padre”; “Con i neo papà si congratulano tutti”
Perché la paternità non penalizza, mentre la maternità sì? Perché sono sistematicamente le donne a uscire dal mercato del lavoro dopo i figli? Quanta ricchezza di competenze e di umanità viene sprecata in questo modo?

Lavorare insieme per ambienti più equi non è solo giusto: è necessario per ottenere risultati migliori, duraturi e davvero condivisi.

Da dove possiamo inziare per farlo accadere?


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