
Il palazzo che vedete a sinistra è la casa natale di Giacomo Leopardi. In quella rosa sulla destra, al primo piano, sopra quelle che all’epoca erano le scuderie, abitava Silvia.
Silvia, che poi Silvia non si chiamava ma Teresa, era la figlia del cocchiere della famiglia Leopardi e lavorava alla tela da una finestra ancora più a destra, che con il telefono non sono riuscita a catturare.
Ma è proprio da una finestra a una finestra esattamente dirimpettaia che si getta lo sguardo del poeta. Su una ragazza lieta e pensosa, dagli occhi ridenti e fuggitivi: spensieratezza giovanile e insieme visione del futuro e speranza.
Sono stata a Recanati qualche settimana fa, si respirava proprio il maggio odoroso di cui si parla nella poesia. E l’immagine di questa “finestra di fronte” non mi abbandona.
“Il desiderio nasce da ciò che vediamo ogni giorno” si sente dire a Hannibal Lecter nel film “Il silenzio degli innocenti”. Ed è la frase che permette all’investigatrice di risolvere il caso, andando a indagare sul vicino di casa della prima vittima del serial killer, che dal suo camper vedeva proprio la finestra di camera della ragazza che avrebbe poi ucciso.
Leopardi ha creato letteralmente un mondo a Recanati. La piazzetta che si intravede di fronte alla chiesa nella foto è stata rinominata “sabato del villaggio” e ogni monumento riporta un verso, locale e, al tempo stesso, incredibilmente universale. Per un po’ di anni, quel mondo gli è bastato.
Da parte mia, mi chiedo quante origini possa avere il desiderio per un adolescente. Per Leopardi la finestra di fronte o uno sguardo da un colle accanto a casa, per me un treno pronto a portarmi lontano. Da dove nascono “la fame”, la voglia di andare oltre l’ultimo orizzonte, di superare i genitori, di fare altro?





Lascia un commento