
[dalla mia prefazione al volume di Riccarda Zezza, in uscita dopodomani 13 gennaio]
La cura è un concetto fondamentale che permea ogni aspetto della nostra vita, eppure spesso viene trascurato, se non addirittura deriso, nel contesto lavorativo. Questo libro, l’ottavo della collana “Voci del lavoro nuovo” esplora in profondità il valore della cura, dimostrando come essa sia essenziale non solo per il benessere personale, ma anche per la sostenibilità e l’efficacia professionale. Con oltre dieci anni di studio su come cura e lavoro possano trovare una strada comune, Riccarda Zezza ci dimostra che la capacità di cura è alla base del nostro essere e che la sua apparente estraneità al lavoro è un errore che dobbiamo assolutamente correggere, per il nostro bene e per quello delle organizzazioni presso cui operiamo. La sua esperienza personale come madre, imprenditrice e professionista le ha conferito una prospettiva unica e preziosa che arricchisce le pagine di tanti esempi in cui non sarà difficile riconoscersi.
Nella prima parte l’autrice ci guida attraverso le ragioni per cui la cura è intrinseca alla nostra natura umana e risulta vitale per la nostra sopravvivenza. Attraverso evidenze scientifiche provenienti da diverse discipline, viene illustrato come prendersi cura di sé e degli altri possa conferire “superpoteri” che migliorano la qualità della vita e i risultati in ambito aziendale. La seconda parte del volume analizza le cause storiche e culturali che hanno portato alla separazione tra cura e lavoro, creando una dicotomia che oggi risulta insostenibile. Vengono indagate le motivazioni implicite ed esplicite che ci spingono a lavorare senza cura, evidenziando come questa mancanza generi tensioni che né la società né i singoli individui non possono più permettersi. Nella terza parte, vengono proposte soluzioni concrete per reintegrare la cura nel contesto lavorativo, migliorando le relazioni e l’efficacia professionale. L’autrice sottolinea come la cura sia fondamentale per gestire il cambiamento e la complessità, e come essa possa dare un senso più profondo a chi siamo e a ciò che facciamo.
La parola “Cura” rappresenta una voce del lavoro nuovo per vari motivi. La rivoluzione industriale ha sacrificato la cura all’efficienza, mentre la rivoluzione digitale l’ha barattata con il tempo. Questo ha portato all’illusione che la cura potesse essere delegata a momenti specifici della vita, marginalizzandola dalle nostre giornate lavorative. Tuttavia, la cura è intrinseca alla nostra natura umana nel quotidiano e non può essere esclusa senza gravi conseguenze, anche in termini di rendimento e motivazione.
La cultura del lavoro ha spesso privilegiato un modello di lavoratore ideale che è sempre disponibile, non ha emozioni né incertezze, e non invecchia mai – nemmeno fosse un robot. Questo modello è in netto contrasto con la realtà umana, che è caratterizzata da vulnerabilità, sentimenti e cambiamenti continui. La separazione tra cura e lavoro ha quindi creato una tensione insostenibile nella società contemporanea. Gli esseri umani hanno bisogno di cura, e il lavoro stesso ne ha bisogno per essere sostenibile e efficace. La cura rende forti, migliora la qualità della vita e i risultati professionali, ed è l’unica strada percorribile per la sostenibilità. Essa non solo migliora le relazioni e l’efficacia professionale, ma dà anche un significato più pieno a chi siamo e a ciò che facciamo, dando un senso più completo al nostro sforzo quotidiano È una competenza fondamentale per gestire il cambiamento e la complessità del mondo attuale.
Ecco perché l’abbiamo deliberatamente identificata come una voce del “lavoro nuovo”: un lavoro che non si limita alla performance e ai numeri, ma che integra valori umani fondamentali come l’empatia, la responsabilità e la sostenibilità. Questo nuovo approccio al lavoro non solo migliora la qualità della vita dei lavoratori, ma contribuisce anche a creare un futuro più sostenibile e umano per tutte e tutti. In un mondo che spesso sacrifica la cura sull’altare dell’efficienza e della produttività, questo libro è un richiamo potente e necessario a riscoprire il valore della cura e a integrarla nel nostro vocabolario professionale di ogni giorno, sia se abbiamo responsabilità manageriali, sia – soprattutto – se abbiamo responsabilità di cura in primis verso noi stessi.
Le pagine che vi attendono ci fanno capire che la cura non è solo un concetto, ma una pratica quotidiana che può trasformare la nostra vita personale e professionale. Ognuno può impegnarsi per creare un ambiente di lavoro più sostenibile e gratificante per tutti. Grazie alla voce nuova di Riccarda Zezza e a FrancoAngeli per offrirci la possibilità di guardare al futuro del lavoro anche con cura.
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